Caro Lino, Ti scrivo

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Ciao Lino,

Spero tutto bene. Anche se probabilmente non sarà così.

Ci siamo lasciati, a neanche un’ora dalla fine della nostra stagione; a neanche un’ora da quel tiro di Tommy che si spegneva sul ferro, infrangendo i nostri sogni di portare la serie contro Casale a gara-5.

Ti ho definito ingauno: sbagliavo ma in buona fede. Sei loanese, resti un gentleman. Lo si capiva ad esempio dall’abbraccio con Rain Veideman, lungo e partecipato, mezz’ora dopo quell’ultima gara in bianchenero per tutti e due.

Arrivasti da noi nel 2015: ancora fresca la doppia sconfitta al Benedetti contro Bergamo che costò a coach Corpaci la panchina. Mi ritenni felice: dopo la batosta (novanta di noi) contro Rovereto di soli tre anni prima avevamo una guida che ricordo giocare in maglia Jollycolombani, e Glaxo; e allenare Virtus (Bologna e Roma), soprattutto giocarsi una finale scudetto con l’Olimpia Milano di Dante Calabria (‘e di Coldebella!’, aggiungesti) persa contro la Effe Bologna di Rubén Douglas (e tale Paternicò, che non giocava ma decise)…

Vincemmo il nostro girone di serie B; passammo alla final-4 dove eliminammo la tua Forlì e fu serie A; l’anno scorso pagammo tanti, troppi infortuni e qualche giocatore inadeguato; pagammo la stagione ondìvaga della stella Allan Ray, che rese al 15% delle proprie possibilità; finimmo comunque con un bilancio vittorie-sconfitte 15/15, mancando di  pochissimo i playoff.

Quest’anno? Inutile ricordarlo. Tutti gli step di crescita sono stati raggiunti. Eppure…

Eppure sento di un ciclo che si chiude. Lasci la panca ad un altro che Udine la conosce bene, Demis Cavina.

Io capisco poco di basket, ancor meno di calcio ma conosco le persone, che ho imparato ad osservare standomene a lungo per conto mio.

Scrivo, caro coach Lino, ipotizzando cosa succederà esauriti i titoli di coda. Cosa mi rimarrà?

Mi rimarranno tre derby vinti (di fila) su quattro. La valorizzazione di alcuni giocatori su cui solo un talent scout come Davide scommetteva, come Stan Okoye (oggi MVP di Varese) ed un giovane ragazzo di Rufiscuq, provincia di Feletto, che diventerà un crack se ascolterà persone come Te e non altre categorie.

Ci rimarrà il Tuo legame con la terra che ci ha sputati e il nostro popolo unico: ligure in Friuli, genti di confine di ponente e di estremo nordest che si annusano e si piacciono. Si piacciono.

Mi rimarranno le lunghe discussioni sul basket che fu e quello che sarà; sul ruolo del pick’n’roll nella pallacanestro di oggi; su SuperDino, Praja e quelle sfide fatte di solenni legnate, lontane dalle mille telecamere di oggi.

Sfoghi reciproci: io che proprio non riesco a prendermi con gli arbitri, e Tu che pazientemente mi spieghi il ruolo del passo zero nella nuova frontiera della violazione di passi…

E in extremis vengo a sapere della vostra passione per il vino… E mi confessi che ormai in famiglia uscite per un taglio  in centro. Per me, che coi vini ci campo, la sensazione di aver perso tempo.

Anzi no: questa passionaccia per la pallalcesto, unita alla mia verbosissima grafomania, mi ha fatto conoscere persone meravigliose. Le quali si uniscono a quelle che conobbi trent’anni fa, quando da ragazzino aspettavo fuori dal Carnera per carpire qualche segreto: Praja che parlava di sé in terza persona; J.P. Hardy ‘professional basketball player’, la cinquecento di Tiziano; Nakic con la paglia, Lazi Tòth e il suo ‘ciau ragazi’… E quanti altri?

E della squadra di oggi una serie di bravi ragazzi: Andy, Vitto, Tommy, Ciccio; professional Chris, KayDee, l’algida eleganza di Veideman e l’autostima di Troy. Ovviamente Mauro e Capitan Miki, con l’educazione e la timidezza di Ousman e l’ignoranza agonistica del Bush.

E il coach. Mi ripeto, un gentleman che mi porterò nel cuore.

Te ne vai, amico mio, perché la vita va così; ci rimango un po’ male, ma non Ti perderò d’occhio. Seguirò le Tue gesta come quelle di un fratello acquisito.

Quando ritornerai in Friuli  il saluto sarà d’obbligo: ‘welcome back home, coach’.

Ti aspetteremo.

Qui.

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Una risposta a Caro Lino, Ti scrivo

  1. Franco Rassati ha detto:

    Come al solito belle parole . Questa volta per una persona umile e cortese con la quale abbiamo sportivamente sofferto e gioito per tre anni. Grazie.

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